
Antonino GALLONI
Antonino Galloni si laurea in Giurisprudenza a Roma nel 1975 a 22 anni.
Negli anni successivi svolge attività di docenza presso la stessa Università, Facoltà di Scienze Politiche, con due corsi in Storia Economica Contemporanea sull’Età Giolittiana e il New Deal di Roosevelt.
Per specializzarsi in Storia Economica Americana, nel 1978, svolge una ricerca a Berkeley (CA) finanziata dal CNR e sotto la guida del Prof. Richard Webster.
Nel 1979 torna in Italia, dove ha vinto un concorso per funzionario di ruolo al Ministero del Bilancio e della Programmazione economica.
Conosce il Prof. Federico Caffè con cui inizia un’intensa collaborazione scientifica ed editoriale.
Durante gli anni ’80 è docente a contratto: due anni alla Cattolica di Milano, poi Napoli e Modena.
È membro del “Gruppo ad hoc” dell’OCSE sull’innovazione tecnologica nelle PMI.
A partire dal 1981 è molto attivo all’interno del suo Ministero nella critica alle scelte di politica monetaria e gode di molto seguito nella società civile per tale impegno; viene comandato al Ministero del Tesoro per formare un think thank (che fa capo al sottosegretario di Stato Carlo Fracanzani) per capire se le politiche economiche decise in quegli anni siano obbligate o facoltative.
Riscontrate le difficoltà a cambiare le politiche monetarie del suo Paese, nel 1986 passa al Ministero delle Partecipazioni Statali dove si tenta di predisporre un presidio che offra resistenza ai progetti di privatizzazione ed il Sottosegretario Angelo Picano lo nomina Capo della Segreteria Tecnica.
Alla fine del 1987 – non ostante la promozione a capo sezione – lascia la pubblica amministrazione per insanabili contrasti con la classe dirigente del Paese.
Torna negli USA (Houston), diviene dirigente industriale, è consigliere di amministrazione di importanti società italiane ed estere (Agip Coal, Aluminia, Gepi, Fintex co.) ma viene richiamato in servizio dal Governo Andreotti nel 1989 per essere nominato Capo della Segreteria Tecnica del ministero del Bilancio con lo scopo di modificare le linee di politica economica e monetaria del Paese. Ma dopo pochi mesi viene raggiunto l’accordo tra Kohl, Mitterand e Andreotti che definisce un assetto definitivo per l’Europa: la rinuncia al marco, l’appoggio alla riunificazione tedesca, un ridimensionamento del peso industriale e politico dell’Italia.
Galloni deve quindi lasciare questo incarico, ma viene promosso Direttore Generale al Ministero del Lavoro: negli anni ‘90-‘93 ne riorganizza il sistema statistico e informativo con tale successo da vedersi conferita l’onorificenza di Grande Ufficiale al Merito della
Repubblica e, in seguito, il prestigioso incarico di Direttore Generale della Cooperazione da parte del Ministro Gino Giugni.
Durante gli anni ’90 è anche professore a contratto presso la LUISS di Roma.
Consigliere ministeriale per le politiche dell’occupazione fino al 1999 e Presidente del Comitato tecnico per l’istruttoria selettiva della cassa integrazione nelle grandi imprese, svolge un’azione critica severissima sulla trasformazione della flessibilità del lavoro in precarizzazione.
A seguito di ciò, deve lasciare l’amministrazione attiva nel 2002 per assumere delicati incarichi di controllo negli enti previdenziali: INPDAP (fino al 2010), INPS (fino al 2015), INAIL (fino al pensionamento dal 1 giugno 2018).
Autore di numerosissimi saggi e articoli su riviste specializzate è considerato un esponente della scuola economica italiana postkeynesiana